Stralcio "Secondo Corso di PNL"

24 settembre 2011

La Fisica Quantistica e l'analogico-digitale

Nell'ultima settimana mi hanno chiesto di scrivere riguardo la fisica quantistica.
E' ovvio che questo argomento potrebbe essere trattato in termini matematici/fisici.
Sono anche cosciente però che molti di noi non hanno le doti per intraprendere un percorso così complesso, seguendo il linguaggio matematico (me compreso che ho litigato con la matematica da piccolo ^_^).
Per questo motivo vorrei provare tanto per iniziare, a parlarvi di un solo aspetto di questa materia, a mio avviso interessante e contemporaneamente poco discusso, ovvero la dimensione analogica-digitale.
Vediamo insieme di cosa si tratta:

La teoria dei quanti è stata introdotta da Max Planck solo come ipotesi nel 1900, un anno dopo divenne vera e propria teoria e successivamente fu dimostrata da Albert Einstein nel 1905.
Planck incentrava la sua teoria principalmente sul concetto di energia quantizzata, ciò vale a dire che l'energia nelle emissioni di radiazioni atomiche non subiva una graduale crescita o diminuzione come nella fisica classica bensì era proporzionale alla frequenza di oscillazione rispettando una costante universale.
In parole povere l'energia non si comporta come un sistema analogico ma piuttosto come un sistema digitale.
Analogico sta ad indicare un processo con soluzione di continuità e quindi, per fare un esempio, potremmo pensare alla manopola del volume di certi stereo di anni fa, dove la rotazione in senso orario faceva riferimento ad un progressivo innalzamento dell'intensità sonora che poteva passare da 1 a 10 con tutti gli intervalli compresi. Quindi si passava da 1 a 1,01 a 1,02 a 1,03 etc. fino a 10.
Per digitale s'intende invece, per usare lo stesso esempio di prima, un moderno stereo con telecomando che pur avendo range compreso tra 1 e 10,  ci permette solo di avere i 10 livelli di intensità volume, senza l'opportunità di passare agli intervalli compresi tra 1 e 2; 2 e 3...etc.
Nei primi anni del '900 la fisica quantistica cominciava a scardinare la fisica classica che pensava in modo deterministico, proponendo un nuovo modello che era invece "probabilistico".
Infatti la fisica quantistica viene chiamata anche la fisica delle probabilità.
Questo nuovo pensiero ha rivoluzionato anche lo studio dell'essere umano, non a caso la neurofisiologia nella prima metà del XX secolo cominciò a proporre nuove metodologie d'approccio per la scoperta e la comprensione delle unità funzionali del corpo umano.
Si cominciò allora a conoscere l'aspetto "digitale" della percezione umana, attraverso esperimenti che confermarono appunto l'approccio quantistico.
La nostra percezione visiva, per esempio, non è costante bensì quantizzata, ciò vuol dire che vediamo a "scatti".
Mi spiego meglio, il nostro occhio, quando è aperto, incamera dei segnali e poi li passa al cervello perché siano processati e lo fa come se fosse una macchina fotografica, con degli scatti appunto, solo che sono così veloci che a noi sembra di vedere un movimento continuo anziché spezzettato.
Provate a pensare al funzionamento della pellicola cinematografica, in effetti sono solo delle foto in rapida sequenza ma noi le percepiamo come movimenti continui.
Ecco, l'occhio funziona proprio così, in digitale, a scatti.
E così anche tutti gli altri sensi e non solo, anche i nostri movimenti sono a scatti o quantizzati.
Infatti se pensate alla più piccola unità contrattile del muscolo il Sarcomero, vi renderete conto che non fa altro che contrarsi o rilasciarsi come fosse la metafora di un segnale "SI-NO" "Acceso-Spento" "0-1" etc. classico del funzionamento degli apparecchi digitali.
Vorrei provare a spingermi oltre...
questo tipo di esperienza digitale la facciamo anche con le sensazioni/emozioni che poi traduciamo in linguaggio, non a caso in PNL il linguaggio è considerato un sistema digitale.
Ognuno di noi ovviamente ha una sua rappresentazione del dolore, della felicità, del benessere, della gioia
in maniera soggettiva ma quando la esterniamo la rendiamo oggettiva (digitale).
Vediamo come:
Avete mai sentito qualcuno che dice "oggi mi sento semi-contento" ?
Ovviamente no, perché o si è contenti o non lo si è!
"Oggi sono quasi triste"?
Ancora una volta la risposta è no! Perché o si è tristi o non lo si è...
Qualcuno potrebbe pensare che si è sentito "quasi soddisfatto"
ma in questo caso pensateci bene, che vorrebbe dire?
Vorrebbe dire che non si è soddisfatti! ^_^
Spesso usiamo le parole inconsapevolmente senza pensare alla loro parte digitale proprio come guardiamo o ascoltiamo pensando che sia tutto in continuità ma non è così.
Fino adesso ho "parlato" di fenomeni che percepiamo esternamente,
proviamo ora a spingerci internamente, nell'universo dei pensieri.
Senza voler approdare a considerazioni mistiche o new-age, vorrei che consideraste per un attimo
l'aspetto esclusivamente neurologico del pensiero.
I neuroni sono cellule deputate a portare informazioni dalla periferia al cervello e viceversa.
Non volendo approfondire troppo, cercherò di semplificare dicendo che in larga sostanza
i neuroni trasmettono informazioni attraverso delle "scariche elettriche".
Ora, viste le considerazioni iniziali sulle percezioni, vi potete rendere conto che stiamo ancora una volta parlando di sistemi che funzionano in digitale.
Per i neurofisiologi l'origine del pensiero consiste nell'organizzazione neuronale
e le sue connessioni attraverso le sinapsi.
Ciò sta a significare che cambiando l'ordine delle connessioni il nostro cervello provoca pensieri e reazioni ad essi completamente diversi rispetto a quelli di partenza.
In questo contesto poco importa se i pensieri li chiamiamo convinzioni, valori o credenze, quello che importa
adesso è focalizzare l'attenzione sull'aspetto variabile di queste strutture.
In PNL sono state messe a punto diverse strategie per alterare, variare, cambiare o sostituire queste forme pensiero. E vi invito a riflettere sul fatto che l'intera programmazione neuro linguistica basa molti dei suoi presupposti su considerazioni di scienziati che intorno agli anni 40/60 avevano ben chiaro come la fisica quantistica funzionasse.
Sto parlando di nomi come Karl Pribram e David Bohm che con i loro lavori influenzarono molte delle scoperte avvenute in seguito.

L'aspetto analogico-digitale nel funzionamento delle nostre percezioni, del sistema motorio e della struttura pensiero sono considerazioni importanti a mio avviso da conoscere, per comprendere quanto la fisica quantistica con la sua ricerca nel'infinitamente piccolo, si possa poi esplicare anche nella vita di tutti i giorni attraverso il nostro vissuto esperienziale.
Potremmo cominciare a pensare che se gli atomi sono regolati dalla fisica quantistica, anche gli esseri umani
lo sono, dopo tutto siamo fatti anche noi di atoni.
In altri termini possiamo percepirci facenti parte di un "tutto" che si muove intorno e attraverso di noi seguendo le stesse regole della fisica, come a voler ricalcare la famosa frase:
"Così in alto come in basso".

Per oggi mi fermo qui ma ci tengo a sottolinearlo, in questo post ho valutato solo una sfaccettatura
della fisica quantistica. Inutile dirvi che c'è molto, molto, molto di più.
Riprenderò l'argomento nei prossimi post, cercando piano piano e un po' alla volta, di esemplificare le correlazioni esistenti tra essere umano e fisica quantistica con altre considerazioni interessanti.
Spero che vi sia stato utile la mia opinione e che vi siate avvicinati un po' di più
a questo magnifico argomento molto attuale.
Prima di lasciarvi voglio segnalarvi un film-documentario a mio avviso molto ben fatto, e anche spassoso nel suo genere, che tratta la fisica quantistica anche sotto altri punti di vista,
con scienziati famosi in questo campo.
Per coloro che non l'avessero mai visto metto due link qui sotto...




Sapete che se volete potete sempre scrivermi un commento, se avete apprezzato e se avete domande.

un abbraccio...



20 settembre 2011

S.A.R. (sistema di attivazione reticolare)

Rieccoci qua con un altro post...
Oggi vi voglio parlare di un argomento a mio avviso interessante, su cui ho riflettuto spesso e che è stato chiamato da diverse discipline con nomi diversi.
Come sapete le "parole sono una limitazione del pensiero" o, per dirla nei termini della PNL, "le parole sono una rappresentazione digitale della nostra mappa del territorio".
Il post di oggi non tratta la diatriba delle "parole", piuttosto vorrebbe fare luce sul termine S.A.R.
Nei corsi di PNL e negli ambienti della Psicologia il S.A.R. (sistema di attivazione reticolare)
viene spiegato di solito con degli esempi, eccovene uno:
vi è mai successo di voler comprare una giacca? Magari  vi è successo di averla desiderata un bel po' e finalmente avete sia i soldi che il tempo per andare a comprarla. L'avete visualizzata e immaginata così intensamente che come per "magia" vi siete accorti che quasi tutti avevano quella giacca già prima che la compraste. 
Bene, non è che quella giacca in particolare è alla moda o voi avete le allucinazioni e la vedete indossare a tutti. 
Più semplicemente avete innescato il vostro sistema di attivazione reticolare che vi rende più attenti/sensibili a quel particolare capo di abbigliamento.
Ma che cos'è il S.A.R.????

SAR, sistema di attivazione reticolare, è un insieme di cellule nervose che crea una rete di contatti tra: corteccia cerebrale, lobi frontali, parti evolute del cervello umano deputate allo sviluppo di idee/pensieri e la parte bassa del cervello, il bulbo e le parti collegate al sistema neuro-vegetativo.

Stimola la veglia e allerta il cervello ed è il filo conduttore tra pensieri, stati d'animo, sistema percettivo, muscoli, organi interni.


In parole meno "serie" il S.A.R. si occupa di farci notare le cose che desideriamo, ci permette di fare attenzione alle cose che abbiamo deciso essere più importanti per noi e infine ci permette di trovare con maggiore intensità e qualità le strade che realizzano i nostri "sogni"o obbiettivi.
Ciò significa che quando siamo focalizzati su qualcosa in particolare siamo anche più predisposti a trovare soluzione per ottenere quel qualcosa.
ATTENZIONE però!!! questo tipo di meccanismo funziona anche per ciò che "non" vogliamo.
Dovete sapere che il nostro cervello non riconosce le negazioni. Mi spiego meglio...
se pensate ad una barca con le ruote, per quanto fiabesca sia  l'immagine, riuscirete a visualizzarla nel vostro cervello.
Ma se cercate di "NON immaginare" quella stessa barca con le ruote, il vostro cervello prima di comprendere cosa non immaginare, dovrà necessariamente processare quell'immagine e poi, solo successivamente, negarla o stare attento ad evitarla.
Provateci è facile:
prova a  NON pensare ad un gatto con le ali !!!!
sicuramente il tuo cervello ti ha prima fatto vedere il gatto con le ali e poi (forse) ci ha messo una bella croce sopra (come a dire: questo no!)
In PNL si spiega spesso che è più importante sapere cosa si vuole 
rispetto a quello che non si vuole.
E allora cercate di formulare i vostri desideri in forme "positive", ditevi:
-"voglio una nuova auto" piuttosto che "non voglio più questo rottame di auto che possiedo"
-"voglio avere più tranquillità, serenità, felicità" piuttosto che dirvi "non voglio più stare così male, essere così stressato etc."


Esporre i propri desideri al positivo anziché al negativo vi farà evitare di attivare il vostro S.A.R. in maniera scorretta.
Se cercate di evitare la fila al supermercato il sistema di attivazione reticolare si focalizzerà su questa immagine (la fila al supermercato) rendendola più visibile ai vostri occhi e facendo in modo che le vostre strategie siano focalizzate sul "come trovare la fila" !!!!
Dovreste invece formulare il pensiero al positivo:
"vorrei proprio trovare il supermercato vuoto, con pochissima gente, in modo che possa fare la spesa velocemente ed avere più tempo da dedicare a me stesso".
Anche questo attiverà il S.A.R. ma stavolta con una direzione completamente opposta alla precedente. 
Facile vero?  Insomma, si ma anche no!
Siamo abituati a sapere cosa non vogliamo e scappare dalle cose che non ci piacciono e spesso ce le troviamo proprio davanti.
Facciamo di questo una nostra esperienza e restiamo convinti che non si possa proprio far niente.
Il fatto è che la cosa difficile non consiste nel'usare il cervello, quello lo fanno tutti. La cosa difficile è usarlo a nostro favore.
Una delle frasi che si sentono spesso dire in PNL è la seguente:
"tutti quanti nasciamo con un cervello, il problema è che nessuno ti da il libretto di istruzioni".
Forse, volendo riassumere grossolanamente, la PNL si occupa proprio di questo. Dare un libretto di istruzioni per il cervello!!! (ma di questo ne parlerò in un altro post...)


Per quanto riguarda altre discipline il S.A.R. viene chiamato non solo in altri modi ma viene anche spiegato in altri termini... vediamone qualcuno:


La religione professa la famosa frase di Gesù: "chiedi e ti sarà dato" 
dove la fede in Dio e la preghiera sono i mezzi per il raggiungimento dei propri scopi.


La Fisica Quantistica e di conseguenza la Psicologia Quantistica, parlano in termini di "osservatore che influenza l'osservato" e di come ognuno di noi fabbrichi la propria realtà.


La Meditazione pone particolare enfasi sulle visualizzazioni e l'osservazione passiva come risorsa per la comprensione dell'essere e strumento per la propria realizzazione.


La legge di attrazione si concentra con  maggiore attenzione sull'aspetto del "desiderio".


Voglio segnalarvi un video/film che ha fatto scalpore per la sua esemplare semplicità nello spiegare questo concetto della legge di attrazione.
Il titolo è "The Secret"
eccovi il link:                                   FILM "THE SECRET"


Ovviamente il fine di questo post è di cercare correlazioni utili all'argomento S.A.R.
e per questo non mi sento di valutare una disciplina più o meno degna delle altre.
Certo vi ricordo che io mi occupo principalmente di PNL, ma sento che questo non limita la mia curiosità nell'affrontare certi temi con assenza di giudizio (anzi!).
Posso garantirvi comunque che il sistema di attivazione reticolare è stato studiato molto dalla Psicologia e dalla Programmazione Neuro Linguistica la quale ne fa un uso 
a dir poco ineguagliabile, partendo dai sistemi di ancoraggio passando per i livelli logici 
e approdando al concetto di Time-Line.
Ci sarebbe moltissimo da dire su questo argomento, tanto complesso quanto entusiasmante.
Quello che mi sento di suggerire, senza entrare in particolari, è che visualizzare vividamente i nostri sogni e desideri ci permette di elaborare strategie e attuare comportamenti sempre più funzionali al conseguimento di risultati.
Con questo non intendo dire che basti visualizzare per vivere, bisogna anche agire, ma sono certo che consente di focalizzarsi sempre più correttamente sui nostri obbiettivi per raggiungerli più velocemente.
Comprendo che il termine "visualizzare" possa destare degli interrogativi in coloro che non sono troppo addentro a certe discipline e per questo mi riprometto di chiarire meglio nei prossimi post, nel frattempo sappiate che in Italia ci sono professionisti del settore che possono insegnarvi o aiutarvi in questo.
Del resto gli operatori di PNL fanno anche questo, aiutano a comprendere più a fondo e più precisamente, cosa e come è più funzionale per se stessi. 
(...e se volete potete contattare anche me ^_^)


Io mi fermo qui, sperando che siate piacevolmente incuriositi dall'argomento e che vogliate approfondire.
Spero anche di essere stato chiaro e di aver semplificato l'argomento S.A.R. per coloro
che non erano ancora entrati in contatto con questa sfaccettatura di noi stessi.
Sapete che potete lasciarmi un commento qui sotto, qualora lo vogliate, se avete domande
o più semplicemente se avete apprezzato...


Vorrei lasciarvi con un paio di frasi che trovo perfette per l'argomento appena trattato.
La prima adoravo scriverla sulla prima pagina dei miei dizionari quando ero ancora a scuola e recita così:


"If you don't know what are you looking for, you will never find it!"
(se non sai quello che cerchi, non lo troverai mai!) 


La seconda frase che vorrei portare alla vostra attenzione è di cultura più popolare, il che non significa che abbia meno rilevanza:


"Stai attento a quello che desideri perchè potresti anche ottenerlo"


Un abbraccio e alla prossima ^_*
Caru

8 settembre 2011

Scienza e Antiche Culture

Rieccomi qua.
Come sapete mi sono ripromesso di dire le mie opinioni su diversi temi inerenti alla PNL, alla Fisica/Psicologia Quantistica e alle varie discipline di Sviluppo personale.
Oggi vorrei sottoporvi all'attenzione un "vecchio" video (2007) di Gregg Braden intitolato
dove l'autore, dopo anni di esperienza, da il meglio di sé 
condensando tutte queste discipline insieme.
Ma prima parliamo un po' di lui:

Scienziato, geologo, ex collaboratore della N.A.S.A. oltre che scrittore ed abile conferenziere. I suoi libri sono stati tradotti in moltissime lingue ed ha fatto seminari e conferenze in tutto il mondo.
Da oltre 22 anni fa ricerca nei posti più remoti del globo, in monasteri, chiese e villaggi di alta montagna sperduti nel Tibet, presso popolazioni non contaminate dalla nostra "occidentalità".
Il suo modo assolutamente unico di intraprendere correlazioni e parallelismi tra scienza e sacre scritture lo ha portato ad essere un esperto nel suo genere

.
Il video che vi presento oggi parla proprio di questi "link" tra scienza e religione, tra fisica quantistica e sacralità, tra l'uomo ed il divino.
La prima volta che l'ho visto sono rimasto stupefatto della incredibile fluidità linguistica che  Braden ha nel passare da un modello di pensiero all'altro .
Oltre a spiegazioni tecniche di fisica, si parla di modalità d'approccio e interpretazione di testi sacri e riti del passato.
Mentre la prima parte è un po' più tecnica, la seconda è più discorsiva benché i contenuti siano assolutamente ricchi di contenuti e significati.
In questa magnifica conferenza, l'autore ci parla di come l'uomo possa/sappia di più di quanto possiamo credere in termini occidentali.
Gli esempi si sprecano in continui racconti e rimandi al passato di Braden, che porta con sè anche filmati mai visti prima e piccole "chicche" per i pochi eletti che erano alla conferenza.
Infatti nel video vengono oscurati quei filmati proiettati sul monitor alle sue spalle per ragioni di privacy, ma niente paura perché vengono spiegati e l'audio è comunque ascoltabile.
L'enorme quantità di informazioni che vengono trattate sono frutto del lavoro di più di venti anni di ricerca da parte dell'autore che non si fa mancare anche qualche battuta in un italiano molto primitivo ma pur sempre simpatico.
Braden porta con sé la sua grande umanità e semplicità, sinonimo di umiltà e sensibilità, 
non a caso un argomento che gli sta particolarmente a cuore è proprio la pace tra i popoli.


La mia opinione sul video "la matrix divina" è assolutamente positiva, si toccano concetti di fisica, legge di attrazione, linguistica, psicologia etc. proprio come nella più elegante definizione di "nuova scienza", là dove si incorporano tutte quelle facoltà dell'uomo che troppo spesso sono state divise e dicotomizzate.
Braden stesso sottolinea l'importanza dell'unità tra concetti scientifici e sacri, favorendo una visione molto più ampia dell'universo intorno a questo grande dio che chiamiamo Uomo!


Questo è il link per il video LA MATRIX DIVINA
Vi auguro una buona visione ^_^



Come al mio solito vi esorto ad approfondire e, in tal caso, eccovi qui il link alla pagina dove potrete trovare molti dei libri e dvd di Gregg Braden



Spero di rivedervi ancora tra le pagine del mio blog, per oggi è tutto, se volete potete scrivermi un commento qui sotto o scambiare con me le vostre impressioni.


Un abbraccio ^_^





7 settembre 2011

I Livelli Neuro-Logici

Parlando di Programmazione NeuroLinguistica si incorre spesso nell'argomento dei "livelli logici" di Robert Dilts.
Chi mi conosce bene sa quanto sia affezionato alla PNL
e sa che tra i vari autori ci sono quelli che preferisco e quelli che proprio non sopporto.
Robert Dilts è uno di questi!
Non ho mai capito se è perchè lo invidio per la sua assoluta competenza o se è una sensazione epidermica, so solo che quando penso a lui comincio a dirmi: 
"Umh, no dai! Uffa, è troppo difficile quello che scrive!"
Ovviamente questo non ferma quella mia inarrestabile voglia di sapere, supportata dalla inesauribile curiosità.
E allora oggi vi parlerò proprio di lui (Robert Dilts) e di quelli che chiama Livelli Logici.
Siccome è un argomento abbastanza ostico, cercherò come al mio solito di semplificarlo rendendolo più fruibile possibile a tutti quanti.
Ma cominciamo subito col presentare l'autore:
    Robert Dilts 
Nato nel marzo del 1955, è uno dei maggiori autori mondiali in tema di PNL fin dagli albori di questa disciplina nel 1975 . Ha studiato all'università californiana di Santa Cruz laureandosi nel "79.  Per molto tempo è stato prima studente e poi collega di Richard Bandler e John Grinder 
(ideatori della PNL) e ha studiato personalmente con Milton Erickson e Gregory Bateson.
...e non solo, è un filosofo e linguista molto bravo, spesso viene ricordato per l'argomento "Sleight of Mouthe mi prendo la briga di scrivere in una delle prossime pagine del mio blog.


Per quanto riguarda l'argomento di oggi  invece, e cioè i LIVELLI LOGICI comincio con il dirvi che ha scritto un bel pò di libri a riguardo.
Mi sento di consigliarvi, tanto per cominciare, Il Potere delle Parole e della PNL.




Vi ho voluto mettere la foto della copertina perchè con lo stesso titolo si trova anche il suo seguito che è questo...    LINK


I livelli logici o neuro-logici hanno a che fare con la ripartizione di nostre componenti (convinzioni, identità, comportamento, valori etc.) legate a contesti linguistici precisi, secondo Dilts.
Poter comprendere quello che sta dietro a questa "idea" ci permette di intraprendere con maggior accuratezza domande e asserzioni.
Ma entriamo nel vivo del discorso:

Come potete vedere i livelli vengono suddivisi in una rappresentazione piramidale, 
dall'alto al basso,dal più importante al meno rilevante.
I livelli si relazionano fra loro in quanto quelli che stanno più in alto possono condizionare quelli più bassi.
L'esempio classico è l'azienda nella sua totale organizzazione: se ai livelli alti qualcosa cambia, sicuramente anche gli operai risentiranno del cambiamento. Mentre quando il cambiamento si ha ai livelli bassi (gli operai),non determina un altrettanto cambiamento nei "manager" o nella direzione aziendale.
I neofiti saranno un pò sorpresi dell'accostamento "essere umano-azienda" ma del resto nella Pnl spesso si fanno di questi paralleli. Come a dire che il nostro sistema di vita interno-esterno è composto di molte parti e spesso sono associabili a piccole porzioni di una azienda che lavora per noi che siamo i Boss ^_^
Dall'alto al basso troviamo: la Spiritualità, l'Identità, le Convinzioni ed i Valori, le Capacità, il Comportamento, l'Ambiente.
Ora, partendo proprio dall'ultimo, secondo Dilts "l'Ambiente determina le opportunità e i vincoli a cui reagiamo".
un pò come dire che a seconda di dove siamo abbiamo più o meno opportunità di trovare quello che stiamo cercando. Avete presente il detto "chi dorme non piglia i pesci?" Ecco, per prendere pesci bisogna andare al lago o al fiume o al mare o dal pescivendolo, se proprio non sapete pescare. 
Questo è il primo livello logico e corrisponde appunto a domande tipo: DOVE? QUANDO?


Il secondo livello fa riferimento al COMPORTAMENTO: un comportamento è costituito da azioni e reazioni dettate dall'ambiente in cui siamo. Per esempio, se siamo a letto dormiamo o ci riposiamo o...(va beh avete capito  ^_^ )
Se siamo in piscina ci facciamo un bagno o prendiamo il sole. Se siamo i discoteca balliamo o stringiamo rapporti e così via...
A seconda di dove siamo abbiamo delle opportunità e quindi mettiamo in atto delle azioni/reazioni consone.
Questo livello risponde a domande tipo: CHE COSA?


Andando ancora più su troviamo il livello delle CAPACITA': le capacità guidano le azioni ed i comportamenti attraverso la nostra mappa del territorio o le nostre strategie. Un po' come dire che a seconda delle proprie capacità, ognuno di noi reagisce in modo diverso. Le capacità ci distinguono non solo a livello psicologico ma anche a livello fisico. Pensate ad un attore che si trovi minacciato da dei "bulli", con molta probabilità metterà in atto le sue capacità di attore e cercherà di interagire con loro verbalizzando, di modo da non essere succube delle loro angherie. E ora pensate la stessa situazione ma mettete al centro delle minacce dei "bulli" un pugile....
Credete che parli o che usi le mani per farsi capire? eheheheh
Ognuno di noi ha delle predisposizioni che arricchisce durante il percorso della propria vita, diventando così capaci di far qualcosa piuttosto che qualcos'altro, questo influisce sui comportamenti e sull'ambiente. 
Questo livello risponde a domande tipo: COME?


Cominciate a capire come funzionano i livelli logici?
Bene, andiamo avanti!!!


Il quarto livello è quello delle CONVINZIONI e VALORI: questi forniscono rinforzo e motivazione alle nostre capacità e di conseguenza ai nostri comportamenti. Se per esempio, il mio valore principale è la ricchezza, metterò in atto tutte quelle capacità che mi faranno comportare in modo da ottenere ricchezza e magari frequenterò anche ambienti costosi. Se la mia convinzione sulla mascolinità sarà che bisogna essere rudi, allora sarò motivato a dirigere i miei comportamenti in quel senso, e sarò spinto verso ambienti che mi permettano di trovarne corrispondenza.
Questo livello corrisponde a domande tipo: PERCHE'?


Bene, adesso stiamo arrivando alla vetta della piramide e troviamo il livello dell'IDENTITA': 
la nostra identità determina lo scopo della nostra "missione", plasmando i nostri valori e convinzioni attraverso il senso del sé.
Sull'identità si potrebbero dire davvero mille cose, cercando di stare più aderenti al nostro argomento, si potrebbe pensare all'identità come l'immagine che abbiamo di noi stessi. 
A seconda di come la "vediamo" questa immagine  e  la collochiamo in un ambiente piuttosto che un altro, agiremo in modo che sposi le capacità che gli attribuiamo e ricalchi i valori che ha, formando la nostra identità.
I cambiamenti a livello dell'identità cambiano tutti gli altri livelli quali: convinzioni e valori, capacità e comportamento (...e su questo si basa anche il "modellamento" della PNL). 
Provate a immaginare quando, dopo tanto tempo che non c'eravate stati, tornate nel paese d'origine di quando eravate bambini. Come vi sentite? potrebbe essere che vi sentiate di nuovo piccoli e che proviate nuovamente quei valori di spontaneità che avevate allora. Potrebbe essere che addirittura abbiate un moto di "regressione" e che cominciate a saltellare proprio come facevate molti anni prima. Potreste anche sorprendervi nel provare a giocare con una palla, proprio come facevate allora, e di constatare di riuscirci.
Il livello dell'identità risponde a domande del tipo: CHI?


Ed eccoci arrivati alla vetta della piramide.
Il sesto livello è rappresentato dalla SPIRITUALITA': ha a che fare con l' "Essere". Siamo più di individui o facenti parte di una comunità. Questo livello è complesso da spiegare proprio perchè non ha a che fare con quello che ci appartiene da un punto di vista materiale o terreno. 
Piuttosto, questo livello, appartiene ad una sfera di energia invisibile che risponde a domande del tipo: PER CHI? PER CHE COSA?
Abbiamo accesso a questo livello diverse volte al giorno benché non ce ne rendiamo conto.
Qualcuno fa riferimento a questa parte di noi con il termine di Anima, altri con Inconscio, altri ancora con energia aurica etc. non mi voglio perdere nei termini.
Robert Dilts ha chiamato questo livello "BEYOND", tradotto poi in italiano con spiritualità ma a parer mio il termine non rende giustizia.
Infatti "beyond" in inglese significa "oltre" , proprio come a voler sottolineare ciò che non è raggiungibile con le parole o con la nostra parte conscia/consapevole. 
(fra l'altro significa anche "al di là")
Un altro modo di identificare il  sesto livello è con "la ragione della nostra vita" oppure 
"gli obbiettivi della vita".
Insomma immaginatevi una vostra parte adibita ad uno scopo ultimo, quello di vivere questa vita per un motivo o l'altro, e pensate a quel motivo proprio come il sesto livello "beyond".


L'utilizzo di questi livelli logici permette di apportare cambiamenti mirati a parti precise di noi, senza che debbano essere cambiate altre strutture superiori.
Oppure si possono cambiare strutture superiori, consci che si presenteranno assestamenti anche nei livelli più bassi.
Oltre a questo Dilts fa notare come si possa usare questo schema di pensiero per poter, attraverso la linguistica, portare un discorso da un livello basso ad uno alto e viceversa.
Una sorta di chunk-up/chunk-down ma con valenze diverse e più sensibilmente personali.


Avete fatto caso che per ogni livello ho messo delle domande di riferimento?...son sicuro di sì!
Ok, per i più sbadati le riscrivo qui sotto tutte in fila:


6) Spiritualità: Per chi? Per che cosa?


5) Identità: Chi?


4) Convinzioni/Valori: Perchè?


3) Capacità: Come?


2) Comportamenti: Che cosa?


1) Ambiente: Dove? Quando?


Attraverso l'uso di queste domande possiamo spostare l'attenzione del nostro interlocutore da un livello all'altro in modo, per esempio, da "rincorniciare" il suo attuale vissuto, stato d'animo o esperienza del mondo (mappa del territorio).
Però, possiamo anche utilizzare queste specifiche domande per noi stessi come strumenti per una buona centratura. 
-Per esempio partite dalla domanda "chi?", chiedetevi chi siete, se vi conoscete, prendetevi del tempo per rifletterci potreste scoprire molto di voi. Spesso non abbiamo tempo per chiedercelo e diamo per scontate troppe cose nella vita.
-La seconda domanda "perché?" : Perchè faccio quello che faccio? Perchè mi comporto così?
Perchè penso quello che penso?
Questo crea o destabilizza le nostre convinzioni (potenzianti/depotenzianti), ci motiva, ci permette di essere più consapevoli dei nostri valori guida.
-E ancora "Come?": come farò a fare quella o questa cosa? Come mi sentirò dopo esserci riuscito? Come posso migliorare? etc. Questo mette in luce le nostre capacità.
la domanda "che cosa?": che cosa posso cambiare che non va? Che cosa sto facendo che mi appassiona? Che cosa succede quando...? Mette in moto un insieme di comportamenti.
-Le domande "dove?" "quando?": dove posso praticare quello sport che voglio fare? Quando ho del tempo da dedicare a me? Quand'è il momento migliore per...? Connette con l'ambiente in cui viviamo.


Avevo premesso all'inizio della pagina che l'argomento è un pò ostico e spero di essere riuscito a fare un pò di luce.
Ovviamente il discorso non terminerebbe qui, ci sarebbero da dire moltissime cose ma diciamo che per oggi è più che sufficiente.
Esorto, come al mio solito, ad approfondire e ad avere una vostra opinione dell'argomento che ho trattato e per questo vi fornisco questo link dove potrete trovare molti dei libri scritti da Robert Dilts:     http://www.ilgiardinodeilibri.it/autori/_robert_dilts.php


Mi auguro di avervi appassionato ed incuriosito con questo argomento.
Vi ricordo che se volete potete lasciarmi un commento o farmi delle domande, saranno fonte di nuovi stimoli!
Un abbraccione a tutti quanti 


Caruso Colzi




PS: ovviamente all'inizio dell'articolo ho scherzato un pò sul fatto che non sopporto Ditls
       e per rendere giustizia a questo grandissimo personaggio, qui sotto vi metto un link
       di una sua intervista, fatta subito dopo un seminario sul carisma, nella mia bella città!
       ...buona visione!  ........itnervista a ROBERT DILTS.........



3 settembre 2011

Giudizio e Opinione

Era molto che speravo di aver un pò di tempo da dedicare a questo argomento.
Vedrò quest'oggi di dire la mia riguardo due termini ampiamente usati nella nostra società
ma che si distinguono fortemente da quello che portano con sè.
Sto parlando del termine "GIUDIZIO"  (GIUDICARE)
e del termine "OPINIONE" (OPINARE).
Spesso nel linguaggio comune, quello di tutti i giorni, queste parole sono considerate sinonimi e infatti se li andate a cercare in qualunque dizionario dei sinonimi e dei contrari, troverete la connessione fra loro.
Il fatto è che l'origine etimologica di questi termini è assai distante dall'essere sinonima e fa capir meglio certe cose che hanno a che fare con le pratiche meditative, buddiste,dello yoga e di altre discipline basate sull'osservazione e la contemplazione.
Con il termine OPINIONE si intende l'avere una propria posizione, attraverso l'osservazione o esperienza di qualcosa preso in considerazione.
Si intende anche un essere "parte" di quella cosa presa in considerazione e che la propria visione è assolutamente SOGGETTIVA.
Con il termine GIUDICARE invece, si intende essere chiamati a legiferare, condannare, punire, ad essere giudice, sulle persone, sulle cose, sugli accadimenti.
Si intende cioè essere sopra le parti, erigersi a posizione più elevata e intraprendere la presa in considerazione di un qualcosa che non è soggettivo o appartenete al proprio vissuto, di modo da "OGGETTIVIZZARE" un qualcosa di cui non facciamo parte.
Detto in termini più spiccioli, mentre opinare è popolare (del popolo), il giudicare è popolaresco (adatto ai gusti del popolo). Perchè una qualunque cosa sia popolaresca è indispensabile che la classe eletta (quindi non il popolo) giudichi cosa è meglio che sia per il popolo stesso.
In altri termini l'avere una opinione ha a che fare con una propria esperienza o visione di qualcosa, mentre dare un giudizio ha a che fare con il sentenziare.
Ricordo molto bene quando ero ancora alle scuole medie superiori, durante l'ora di educazione civica, il professore che ci insegnava quanto fosse importante avere una opinione pur non giudicando.
Un altro modo per vedere la differenza tra giudizio e opinione è che mentre l'opinione ha un piano comune (da pari a pari) il giudizio necessita di un livello differenziato (dall'alto al basso).
Non a caso si dice "erigersi a giudice"!
Se poi vogliamo provare la differenza che c'è tra ascoltare/leggere queste frasi:
"...AVERE un opinione"
piuttosto che
"...DARE un giudizio"
ci rendiamo subito conto di quanta sia la differenza che intercorre tra termini.
Tutt'altro che sinonimi!

Ognuno di noi ha un'opinione più o meno su tutto, non molti di noi possono giudicare.
Per quanto povera di esperienza o veritiera possa essere, tutti quanti hanno un'opinione sulla propria vita e la vita altrui, non c'è niente di male, è da lì che nascono le nostre convinzioni/credenze.
Più siamo elastici con noi stessi e gli altri, tanto più saremo in grado di essere elastici con le nostre opinioni e disposti a cambiarle per crescere.
Porto come esempio un bambino che crede a babbo natale: crede che esista veramente e per sua esperienza (quella raccontata dai genitori e i regali visti sotto l'albero)
ha l'opinione che sia un signore che porta doni il giorno di natale. Non lo giudica, ne prende atto e lo vive così com'è, senza sentenziare sul fatto che faccia bene o faccia male. Cresciuto, il bambino comincia a capire che babbo natale non esiste e cambia (in un modo o nell'altro) la sua credenza e la sua opinione sulla veridicità dell'esistenza di babbo natale, comincia piano piano a mettere i pezzi insieme e si accorge quanto assurdo poteva essere il suo modo di pensare di qualche anno fa. Crescendo ancora il bambino proverà un senso di tenerezza nei confronti di se stesso, ricordando quei momenti in cui credeva alla storia di babbo natale.

Nella nostra società appare il giudizio quando abbiamo introdotto l'importanza della supremazia sugli altri. Quando cioè il primeggiare è divenuto un aspetto più importante del senso di condivisione/comprensione, il quale fa sì che lo scambio renda importante l'individualità e le differenze per l'atto della crescita.

"Vincere è più importante di partecipare" "O vinci o non sei nessuno"

Frasi come queste alimentano la chiusura alle relazioni e favoriscono l'emulazione dei vincenti, i quali per antonomasia sono pochi nei confronti dei molti.
La crescita individuale, lo sviluppo personale, non aderiscono a questo schema in quanto ognuno di noi ha un lato vincente ed uno debole.
Voler focalizzarsi solo sull'aspetto della vittoria procura degli squilibri mostruosi nella persona. C'è da dire che lo stesso vale per la concentrazione o fissazione sui propri punti dolenti.
Ai me nella società attuale non viene mai data troppa importanza all'aspetto dell'equilibrio, favorendo un enorme produzione di "giudizio" su gli altri e su noi stessi, in conseguenza dell'aver impostato sui vincenti i nostri target.
Infatti siamo sempre più omologati e meno originali nei nostri comportamenti ma anche nelle nostre sensazioni ed emozioni, e non per ultimi nei nostri modi o abitudini, i nostri abbigliamenti o i modelli linguistico/comportamentali.
Il giudicare qualcuno che non si veste in modo "decente" o alla moda, fa sì che nel momento in cui non ci si trovi vestiti alla moda, si possa subire da se stessi il proprio giudizio precedentemente espresso sugli altri.
Insomma il giudicare ci porta in una condizione di oggettività riguardo le nostre credenze facendo sì che siano più difficili da cambiare e rendendoci meno elastici e propensi alla nostra crescita.

Prendendo a prestito un passo della bibbia:
Matteo. 7:1-5
“Non giudicate, affinché non siate giudicati.Perché sarete giudicati secondo il giudizio col quale giudicate, e con la misura con cui misurate, sarà pure misurato a voi. 

Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio di tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio?" 

Ora, non è che io sia proprio un credente e sinceramente ho tutte le mie riserve sulla chiesa.
Ciò non toglie che mi piaccia spulciare nelle sacre scritture, perchè a mio avviso lo studio non ha nessuna fazione, ne politica ne religiosa.
Infatti il passo di MATTEO preso dalla bibbia è un bello spunto di riflessione sul giudizio.
Il duplice taglio dell'arma del giudizio è ben chiara nella prima parte.
Mentre nella seconda parte si fa chiarezza su come il giudicare possa portar distanti da se stessi.

Parlando ancora di sacre scritture, nelle discipline meditative orientali, buddismo tibetano, indù, si fa spesso riferimento al "non giudizio":
"Contempla senza giudizio"
"Meditare è essere osservatore, non giudice"
"Giudicare è per la mente, non per lo spirito"

Soffermandosi sull'ultima di queste frasi, potremmo anche dire che non giudicare per certi aspetti è molto difficile perchè la mente non fa altro che quello, giudica.
E' anche vero però che possiamo focalizzare l'attenzione sul nostro vissuto di studenti:

Quando è che abbiamo imparato di più e più rapidamente?
Quando eravamo osservatori aperti e senza giudizio, lasciando le elaborazioni personali lontane da noi durante quel momento e ascoltavamo attivamente le informazioni.

Ippocrate diceva:
"La vita è breve, l'arte vasta, l'occasione istantanea, l'esperienza ingannevole, il giudizio difficile".

E' chiaro che non è mia intenzione condannare una o l'altra parola ma fare solo un pò di chiarezza e dire la mia opinione sul fatto che troppe volte il nostro linguaggio lo prendiamo poco sul serio.
Ripeto che a mio avviso i termini GIUDIZIO e OPINIONE vanno usati in modo distinto e non sinonimo.
E a proposito di opinioni mi piacerebbe dire che certe volte possiamo auto indurci malesseri e dispiaceri con le nostre  stesse credenze/convinzioni che prima avevo associato appunto alle opinioni.
Intorno agli anni "50 lo scrittore e filosofo statunitense Henry David Thoreau scrisse:
L'opinione pubblica è un tiranno assai debole paragonata alla nostra opinione personale. Ciò che determina il fato di un uomo è l'opinione che egli ha di sé stesso.

Tanto per ribadire un concetto chiave della PNL a me tanto cara e che fa del Linguaggio una "rappresentazione digitale" di noi stessi.

Spero di essere riuscito ad avervi incuriosito su questo concetto del Giudizio/Opinione.
Ci sarebbero ancora tante cose da dire ma so che il succo di quello che sono le mie opinioni a riguardo le ho espresse e rimando voi cari lettori ad un più attento studio dell'argomento.
Visto che vi ho citato diverse personalità in questa pagina, mi voglio permettere di scrivervi qui sotto un mio gioco di parole che reputo in tema:


"Quando giù-dico, molti si abbassano" 

Un abbraccio
Caru