Stralcio "Secondo Corso di PNL"

4 ottobre 2011

La Musica è per tutti

Sono 30 anni che studio musica e da 16 che la insegno
non vi potete nemmeno immaginare quante volte mi sono sentito dire:
"Mi sarebbe piaciuto tanto, dev'essere bello fare musica!"
Molti pensano che la musica sia per pochi e non per tutti senza considerare altri aspetti di questa disciplina,  oggi vorrei darvi la mia modesta opinione a riguardo.
Personalmente quando penso alla Musica, non penso a qualcosa che sia legato a regole, dogmi, strumenti, note, generi o stili. Anche se per far questo lavoro farebbe comodo conoscere approfonditamente la materia, a differenza di molti che si definiscono musicisti e sono, invece, solo strimpellatori della domenica... ma lasciamo le polemiche ad un altro post e dedichiamoci a questo ^_^
Quando penso alla Musica, io penso a qualcosa che è tutto intorno a noi, che c'è, al di là di tutto e tutti e non potrebbe essere altrimenti.
Potrei semplicemente dire che "la Musica è!" ...e fermarmi qui.
Ma so che molti di voi si aspettano qualcosa di più, quindi vediamo di cominciare a conoscere alcuni punti chiave su questo argomento.
Prima di tutto potremmo cominciare col dire che la Musica è un'arte "primaria", ovvero non dipende da niente se non dal suono. A differenza di altre arti come per esempio il teatro in cui c'è bisogno di molte arti perché possa esistere, come la musica, la poesia, la sartoria, la coreografia e quindi le arti visive etc...(non a caso il teatro si chiama anche "l'arte delle arti")
Ciò non significa che come arti abbiano una più importanza dell'altra , ma è una prima descrizione che fa capire come la musica sia un po' l'origine del tutto.
Vi ricorda qualcosa la frase: "In origine era il verbo" ???
Come a dire che il suono è azione di per sé!
Nella fisica quantistica si parla spesso di corpi che vibrano a differenti frequenze, e nella teoria delle stringhe se ne parla ancora di più ("Strings" in inglese significa anche archi, cioè quella famiglia di strumenti che comprendono il violino, la viola, il violoncello ed il contrabbasso).
Nel libro La Musica Primitiva di Marius Schneider viene spiegato molto bene come la Musica fosse creatrice, manifestazione divina e al contempo manifestazione di vita.
In tutte le culture conosciute su questo pianeta troviamo riti, canti, balli, cerimonie, celebrazioni e quant'altro associate a musiche di diversa intensità, timbri, sonorità, ritmi...
La nostra stessa voce è musica, infatti avrete sentito dire sicuramente 
"la tua voce è musica per le mie orecchie" ^_^.
Musica secondo molte definizioni è "l'arte dei suoni".
Questo sta a significare che senza suono non c'è musica.
E il suono c'è sempre, ogni volta che qualcosa vibra, solo che l'orecchio umano ha un range che va dai 20 Hz ai 20.000 Hz, sopra ci sono gli ultra suoni e sotto gli infrasuoni.
Ma il fatto che l'orecchio non avverta certi suono NON vuol dire che non ci siano!!!!
A questo punto qualcuno potrebbe pensare che il silenzio non esiste e in parte avrebbe ragione. Il fatto è che il silenzio per come lo conosciamo culturalmente non ha niente a che fare con il silenzio in senso tecnico.
Infatti se anche foste in un luogo assolutamente silenzioso, senza fonti sonore, stra-isolato da tutto o anche nello spazio più remoto, avvertireste comunque il vostro respiro, il sangue che scorre, il cuore, il tinnito nell'orecchio e via discorrendo.
Ergo il silenzio nella nostra vita non esiste realmente ma solo culturalmente.
E' vero, in musica le "pause" sono astensioni di suono, ma provate a pensare se durante un concerto in teatro viene eseguita una pausa anche molto lunga, voi comunque stareste recependo segnali uditivi dal vostro vicino di posto o dall'ambiente sonoro circostante.
Sappiate che in un essere umano, dalle prime settimane di gestazione e per il resto della propria vita, l' orecchio è sempre acceso, non è come l'occhio, non ha palpebre! 
Mi raccomando fate ben attenzione alla distinzione tra "silenzio assoluto" e "silenzio culturale".

E ora proviamo a comprendere meglio come è fatto questo benedetto suono.
Vi vorrei parlare di tre parametri base i più importanti e facilmente comprensibili a tutti.
Senza entrare in altri particolari da professionisti. 
La Frequenza: in musica si fa riferimento alla frequenza con i termini di grave e acuto, in fisica acustica ha a che fare con quante volte un'onda sonora oscilla nell'unità di tempo. Più la frequenza è alta più il suono è acuto. per intendersi, in un pianoforte i tasti di destra sono acuti e quelli di sinistra sono gravi.



L'Ampiezza: questo parametro lo conosciamo tutti quanti con il termine di "volume", in musica invece ci si riferisce alla "dinamica" quando suoniamo un suono forte o un suono piano.
In fisica acustica questo parametro è determinato dall'ampiezza dell'onda presa in riferimento, provate a pensare alle onde del mare calmo durante una giornata serena, quelle onde sarebbero dei suoni piano, se pensate invece ad un mare impetuoso con i "cavalloni" quello sarebbe lo stesso suono ma stavolta forte.



Il Timbro: è il parametro più complesso da descrivere ed ha a che fare con la forma dell'onda.
Esistono diverse forme d'onda, le più facili da conoscere sono le sinusoidali, le onde quadre, le onde triangolari e quelle a sega. Il timbro è il parametro che ci fa riconoscere le differenze tra le voci o più semplicemente la differenza tra un violino ed un pianoforte, tra una tromba ed una chitarra...


Ripensiamo ora alla Musica come all'arte del ben disporre i suoni, e immaginiamoci che i suoni esistano al di là che li percepiamo o no, chiamiamoli vibrazioni, potremmo subito comprendere come la musica sia facente parte di quella creazione che noi chiamiamo realtà.
Se poi aggiungiamo un assioma della fisica quantistica che dice:
"l'osservatore influenza l'osservato"         ...e lo tramutiamo in:
"l'ascoltatore influenza l'ascoltato"
Senza giri di parole potremmo renderci conto di come influenziamo la creazione, 
istante dopo istante.
E questo vale sia se siamo musicisti sia se siamo pubblico!!!


Ed è interessante andare oltre questo schema, considerando il concetto di istante.
Una delle cose che si insegnano in musica è proprio questa:
Il musicista è l'artista degli istanti, del qui ed ora!

Vorrei chiarire questo concetto con un gioco di parole, dopo tutto giocare un po' fa sempre bene, seguitemi e scoprite insieme a me cosa intendo dire...
Se consideriamo la parola musica scomponendola e apportando le debite modifiche lo capiremo meglio:

MUSICA

MU SI CA

MO SI CA

ADESSO SEI QUI

Mi spiego meglio??? ^_^
In quasi tutta l'Italia meridionale:
MO: significa ora/adesso.
SI: sta per sei (seconda persona del verbo essere).
CA: significa qua.

La musica ci conduce al QUI E ORA con facilità, non a caso produce stati di trance in chi l'ascolta e in chi la fa, e vi ricordo che le parole sono musica.
Cominciate a comprendere meglio il perché del titolo di questo post, nonché della mia modesta opinione sul fatto che LA MUSICA E' PER TUTTI?

Fruitene, ascoltatela, siate partecipi di questo mondo sonoro che chiamiamo creazione.
Dopo tutto è una bellissima esperienza, da fare da soli o insieme e sopratutto non ha mai fatto male a nessuno!!!!
Vorrei farvi anche notare che in italiano il verbo ascoltare è un verbo attivo, mentre sentire è passivo, ciò sta a significare che l'ascolto è qualcosa che dovremmo fare con l'intento e l'intenzione, la volontà e la concentrazione. 
Non lasciatevi vivere, ascoltate attivamente e siate partecipi!
Prima di lasciarvi vorrei segnalarvi (e dedicarvi...) un video che o registrato un po' di tempo fa a casa mia. E' una rivisitazione di un brano celebre, "a night in tunisia", spero lo gradiate.
So che il video è un po' fuori-sincro ma voglio ben sperare che chiuderete gli occhi per ascoltarlo meglio!!!!!  eheheheh ^_^



Oggi mi fermo qui, spero vi sia piaciuto il post e che siate sempre più ascoltatori attivi di questa nostra magnifica vita.
Ci sarebbero ancora tantissime cose da dire sull'argomento, lo farò nei prossimi giorni, non ho la pretesa di aver detto tutto ma so che piano piano si va lontano ed io non ho fretta ^_^.
Lasciatemi un commento se vi è piaciuto questo post o se avete domande o cliccate su 
+1 se trovate che sia meritevole...

Un abbraccio
Caru

8 commenti:

  1. Grande Caru, direi che ci ritrovo qualche concetto fra quelli espressi ieri sera, e molto di più :-)
    Mi sa che lo devo rileggere!
    A presto,
    Walter

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  2. Caro-caru, la classe non è acqua!!!
    Felice di incontrarti qui. :-))))
    renata alias bluesky

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  3. Ciao Renata
    è vero la classe non è acqua
    ma se fosse acqua me ne berrei volentieri un bel bicchiere! ^_^
    un bacione
    Caru

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  4. "Personalmente quando penso alla Musica, non penso a qualcosa che sia legato a regole, dogmi, strumenti, note, generi o stili." Grazie Caru, questo tuo pensiero mi ha fatto rivisitare la mia opinione: ho smesso di studiare la musica da piccola proprio perchè mi era stata presentata come una disciplina ferrea senza possibilità di esprimere il proprio io in libertà (probabilmente questo era legato al modo di insegnare del maestro) ed io ho sempre mal sopportato le imposizioni...un altro treno perso :(

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  5. Dimenticavo la firma: Renata

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  6. Ciao Renata...
    riguardo al treno di cui parli, trovo che non sia mai troppo tardi per andare in stazione e comprarsi un bel biglietto ^_^
    Ci sono posti che solo con la musica si possono visitare.
    E conoscendo la tua curiosità, t'immagino già sul prossimo treno a guardar fuori dal finestrino mentre gridi alla gente che invece è ancora giù: "Qui si sta da FAVOLAAAAAAA!!!"
    Grazie ancora dei tuoi pensieri...
    Caru

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  7. Molti dicono che, più di non capire la musica, "non sentono il tempo", quei maledetti quattro quarti, la battuta in senso classico; anche se comprendono il concetto in senso teorico, non sono capaci di battere le mani a tempo quando gli fai sentire, per esempio, un brano alla radio. Io, come te, sono fermamente convinto che la musica sia veramente per tutti, ma non riesco, con alcuni (amici, non sono un insegnante), a trasmettere quest'arte del qui e dell'ora. Insomma, qual'è il tuo metodo pedagogico in questi casi?

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  8. Ciao Manuel
    giusta osservazione, anzi mi hai dato un buono spunto per scrivere un post a riguardo ^_^
    I metodi per insegnare il "ritmo" sono molti e variano tra loro. Non ce n'è uno buono e uno non buono, piuttosto ognuno ha un suo modo preferito di entrarci dentro. L'arte dell'insegnante sta nel riuscire a capire quali strategie utilizza l'allievo ed utilizzarle a sua volta per fagli apprendere nuove idee, concetti, risorse.
    Anni fa sembrava impossibile insegnare a cantare a coloro che si reputavano "stonati" e adesso ci sono un bel po' di tecniche per farlo. Allo stesso modo, per il concetto del ritmo, ci sono metodi che permettono in modo progressivo di avvicinarsi a questo mondo incantato delle divisioni e suddivisioni ritmiche. Ovviamente la pratica e la costanza sono assolutamente indispensabili, per qualcuno più di altri.
    Comunque a scanso di equivoci, il "tempo" ed il "ritmo" in musica sono due cose ben distinte.
    Confido nell'essere più esaustivo nel prossimo post dedicato a questo argomento.
    Un abbraccio
    Caru

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